Audioguida Ferrara – Palazzina Marfisa D’Este

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Audioguida Ferrara – Palazzina Marfisa D’Este. Questo storico palazzo di Ferrara, la residenza di Marfisa D’Este rappresenta uno tra gli esempi migliori di residenza signorile del XVI secolo in Ferrara. La sua edificazione prende il via a partire dal 1559 e faceva parte di un vasto complesso di edifici in un’area adibita in parte a giardini.

Maggiori informazioni

Il primo nucleo del Palazzo risale al 1385 . Il palazzo è un raro esempio in Italia di “delizia”, un tipo di architettura destinato esclusivamente allo svago e all’intrattenimento, collocato proprio all’interno dell’urbe. L’etimologia del nome stesso del palazzo, Schifanoia, deriva proprio da “schifar”, ovvero “schivar la noia”, allontanare il tedio dei pressanti impegni che la vita di governo richiedeva, e quindi nel palazzo si ritirava la corte nei momenti di ozio.

L’edificio costruito inizialmente ad un solo piano, viene sopraelevato da Borso d’Este nel 1465 con il piano nobiliare che svolgeva la funzione di appartamento ducale. In origine, la facciata dell’edificio era decorata con motivi geometrici, e venne successivamente implementata e ornata di un coronamento di merli dipinti. È accertato che la facciata, con il suo portale marmoreo sormontato dallo stemma Estense, avesse la funzione di fondo scena in rappresentazioni teatrali e giostre cavalleresche che si tenevano lungo tutto il perimetro, data la lunghezza della piazza su cui si affaccia il palazzo.

Oggi

l’edificio è sede museale, e al suo interno sono custoditi pregevolissimi cicli pittorici. Tra questi, il più famoso, nel salone al piano nobiliare, è denominato “Salone dei Mesi”. Caratterizzato da affreschi a carattere pagano e realizzato, per volere di Borso d’Este, in un periodo che va dal 1469 al 1470, dai maestri dell’officina ferrarese. Si tratta di un’opera dedicata alla raffigurazione simbolica dei mesi.

In esso, la trama compositiva e la concezione spaziale sono attribuibili molto probabilmente al massimo esponente della pittura ferrarese di quel periodo, Cosmè Tura. Il campo perimetrale del salone è suddiviso in settori verticali spartiti a loro volta in tre fasce orizzontali. Porte e finestre, in origine, non spezzavano affatto la linea descrittiva degli affreschi, in quanto anch’esse erano ampiamente decorate a coronamento delle stesse pareti. Ogni riquadro, nelle tre componenti sovrapposte, contiene, dall’alto al basso, scene delle divinità del mese specifico, la rappresentazione del segno zodiacale e la rappresentazione della vita di corte che contraddistinguono i vari mesi. Il protagonista di molti di questi ultimi riquadri è lo stesso committente, il Duca Borso d’Este.

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