Audioguida Palermo – La Zisa
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Il Palazzo della Zisa è un luogo straordinario, un’importante testimonianza dell’architettura arabo-normanna in grado di aprire una finestra sul passato.
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Si trova poco fuori da quelle che erano le mura della città di Palermo, all’interno del Parco Reale Normanno, il Genoardo ovvero “giardino” o “paradiso della terra” un luogo che occupava tutta la parte occidentale della fertile piana di Palermo.
La città in epoca Islamica-Normanna era circondata da numerosi parchi e giardini.
L’odierno giardino della Zisa, inaugurato nel 2005, con una superficie di circa 3 ettari, è una distesa verde ricca di fiori e piante, che ricrea alla vista lo splendore che doveva avere l’antico giardino del Genoardo.
Tra i colori domina, oltre a quelli delle piante, il bianco del marmo, proveniente dalle cave di Alcamo e Castellammare del Golfo, con il quale sono stati realizzati i percorsi pedonali e il canale dell’acqua.
Le prime notizie
Il 1165 è la data che connota l’inizio della costruzione del Palazzo realizzato da abili maestranze di origine musulmana, sotto il regno di Guglielmo I detto “Il Malo”
Il palazzo è concepito come dimora estiva e rappresenta il più alto esempio di connubio tra architettura normanna e decorazioni e soluzioni ingegneristiche arabe.
Il Palazzo si presenta come un blocco distribuito su tre piani. Il primo, fatta eccezione per tre grandi fornici d’accesso, è completamente chiuso all’esterno.
Il secondo si distingue per il bellissimo marcapiano che delinea anche i vani delle finestre, ed infine l’ultimo piano presenta una serie continua di arcate cieche.
A livello ingegneristico offre ottime soluzioni per il raffrescamento degli ambienti e per il ricambio dell’aria.
E’ rivolto a nord-est verso il mare per godere delle brezze temperate, specialmente in orari notturni. La brezza marina, veniva inumidita dal passaggio sopra una grande peschiera antistante e indirizzata internamente, attraverso i tre grandi fornici d’accesso. Inoltre, la presenza di acqua corrente all’interno della Sala della Fontana, dava una grande sensazione di frescura.
Anche la dislocazione interna degli ambienti era condizionata da un sistema complesso di circolazione dell’aria che, attraverso canne di ventilazione e finestre esterne, riusciva a mantenere un costante flusso.
